lunedì 30 maggio 2011

“caso Inler"


Volevo sottoporre all’attenzione del tifoso napoletano un aspetto del “caso Inler”.

I “bene informati” sostenevano che la squadra per la quale tifo dalla nascita, il Napoli, aveva già concluso un accordo di massima con la dirigenza dell’Udinese per l’acquisto del coriaceo mediano svizzero.

Pur annoverando nella sua struttura societaria personalità che non di rado suscitano, oltre alla nostra sconfinata e imperitura gratitudine per quanto fatto dal 2004 ad oggi, anche un po’ di imbarazzo per dichiarazioni improvvide e uscite poco felici, di una cosa non si può assolutamente tacciare il folcloristico Presidente De Laurentiis: l’agire al di fuori delle regole e della correttezza in materia di contratti e di compravendita dei calciatori.

Se le norme hanno ancora un senso in questo Paese (mi rendo perfettamente conto di quanto questo retorico preambolo contenga in sé e suggerisca negli ascoltatori la sua negazione), la SSC Napoli ha correttamente avviato una trattativa con la società Udinese Calcio, detentrice del cartellino di Gokhan Inler. A quest’ultima società consterebbe l’onere di convocare il proprio calciatore – e, in subordine, eventualmente il suo agente – per comunicargli l’intenzione di cederlo ad una società terza con la quale il calciatore potrà o meno trovare un accordo.

Senonché l’agente del suddetto buon giocatore svizzero, si lamenta del fatto di non essere mai stato interpellato dalla SSC Napoli – e perché mai avrebbe dovuto, se il calciatore non figura sotto contratto della società partenopea! – e intavola trattative con un’altra società italiana che, giocando al rilancio sull’ingaggio, si intromette in una trattativa che altre due società stavano già concludendo.

A parte la grottesca considerazione che le tre, quattro o chissà quante “Genoveffe” sbandierino l a loro “granitica” coesione ed unità di intenti per sgraffignare qualche ulteriore milioncino per i diritti televisivi salvo poi cercare di farsi le scarpe per l’acquisto di un “nazionale svizzero” – con tutto il dovuto rispetto per la rappresentativa rossocrociata – non sarebbe il caso di prevedere e applicare sanzioni verso chi non è capace di cogliere il vero significato – e come potrebbe ?-  dell’espressione Gentlman’s agreement ?

Non si era auspicata, qualche tempo fa, l’abolizione dell’ambigua figura del Procuratore?

Noto, con rammarico, che a rendersi protagonista di tale poco edificante vicenda, è una società un tempo grande e gloriosa, rinomata anche per uno stile che aveva saputo creare grazie all’eleganza e alla signorilità della Famiglia che ne deteneva il principale pacchetto azionario. Alla luce dei fallimenti tecnico sportivi degli ultimi anni, gli attuali dirigenti di questa “fu grande” difficilmente potranno declamare il motto “Tutto è perduto, fuorché l’onore”.

Noto, con ulteriore rammarico, che alcuni cronisti autodefinitisi “esperti di calciomercato” non trovano nulla di scorretto o disdicevole nell’operato della Juventus F.c., quando basterebbe avere un minimo di conoscenza delle leggi – scritte e no – in materia di mercati per sottolineare la non ortodossia dell’agire della dirigenza juventina. A questa conoscenza di ciò di cui ci si occupa andrebbe poi abbinata una qualità che forse non insegnano né nelle scuole né nelle principali redazioni giornalistiche: la decenza.

Mi conceda di augurare al mio Napoli un futuro azzurro e luminoso come la casacca che indossa, e alla società così poco vincente ed elegante negli ultimi anni (forse poco elegante proprio perché così poco vincente?) di uscire da quel grigiore (frutto dell’unione del bianco e del nero) nel quale si dibatte sia sul campo che, soprattutto, fuori.

Distinti saluti

o'reja
(tifoso napoletano felicemente immigrato in quel di Modena) 

Nessun commento:

Posta un commento