I soci del Sankt Pauli contro la corsa sfrenata della propria dirigenza verso la peggiore commercializzazione (e il totale snaturamento) del club. La più grande protesta forse mai avvenuta in uno stadio tedesco ed europeo.
Tutto è andato liscio come l’olio, pacificamente e senza problemi, tanto che ci viene il serio dubbio che forse in Italia si debba imparare anche su come protestare e come far valere le proprie ragioni.
E i soci del club più originale al mondo, di ragioni ne avevano tante. Ultimamente i responsabili del marketing avevano superato il limite di sopportazione, come alcuni degli organizzatori della protesta hanno scritto nei loro comunicati. Se il commercio è l’anima di una squadra di Bundesliga, non per questo si deve vendere l’anima al diavolo come hanno fatto i dirigenti del club, che hanno venduto vari abbonamenti “vip” ad alcuni bordelli locali accordandosi con loro per l’esecuzione di streap teases durante le partite. Una cosa ancor più incomprensibile dal momento che lo stesso club si era vantato solo un mese fa, di essere stato il primo club al mondo ad aver aperto un asilo nido in un settore della tribuna centrale. Insomma, un asilo nido accanto ad un bordello ? No, non era accettabile.
Gli iniziatori della protesta, auto proclamatisi “romantico-sociali” (http://www.sozialromantiker-stpauli.de/wordpress/?p=12) hanno sottolineato con un manifesto tutti i motivi di disappunto riguardo l’attuale conduzione societaria del club. Il gioco del calcio, per i soci del St. Pauli, resta un divertimento e al tempo stesso uno stile di vita, dove al centro di tutto resta un pallone che viene calciato da una parte all´altra per poi finire probabilmente in porta e segnare un gol. In questo stadio infatti si respira ancora una atmosfera da anni ‘50, forse ‘60, dove gli stessi soci sono i proprietari del club stesso avendo lo statuto una connotazione di azionariato popolare. Lo statuto inoltre dà le linee generali della convivenza dei soci ed al quale tutti si devono attenere, dirigenti compresi. Niente a che vedere quindi con un club italiano o con il Manchester Utd. di Glazer dove uno comanda su tutti, senza esperienza calcistica, senza soprattutto il cordone ombelicale di collegamento con i propri sostenitori detentori della storia del club. Quello che manca da noi infatti è la storia che viene tramandata da tifoso a tifoso, il sentimento, l’amore per il club. Da noi ormai da molti anni esiste il sistematico sfruttamento di un nome, il cosiddetto “brand”, dimenticandosi che questo altro non è che il risultato di anni ed anni di attaccamento di migliaia di tifosi al club. Se gli stadi da noi sono vuoti è anche perché chi si prende un club, lo fa sempre senza amore e senza attaccamento ai colori. Basti vedere cosa ha fatto Glazer col Manchester Utd. o la stessa Roma che sta cercando di essere venduta come un pacco postale, dimenticandosi che nei quartieri della capitale, nei bar, nei negozi, e nelle pareti di casa vengono attaccati al muro i poster con lo striscione “Ti Amo” che i tifosi cucirono senza dormire la notte prima di un derby. Non certo ci sono le foto dei direttori sportivi o dei presidenti.
Al Sankt Pauli migliaia di soci hanno aderito alla petizione dei romantico-sociali, ribadendo che il club è in mano dei tifosi che ne scrivono la storia. Hanno detto “no” alla commercializzazione sfrenata come si legge nei loro manifesti di protesta, che il club appartiene a loro, che non desiderano sponsor di società che finanziano stati che sono in guerra, ditte razziste e sessiste, che durante i 90 minuti della partita il marketing non deve distrarre il pubblico con pubblicità non corrette, sms assurdi e che è il tifoso il vero padrone dello stadio.
Il colore scelto per la protesta è stato il rosso. Sabato scorso in occasione del match interno contro il Friburgo, migliaia di bandiere e cartoncini rossi con impresso il teschio simbolo del club hanno accolto l'entrata in campo dei marroni(il video: http://www.youtube.com/watch?v=-Sq1Dfqy_TI). Rosso è il colore del pericolo, come al semaforo, col quale hanno chiesto alla dirigenza di fermarsi prima che sia troppo tardi. Ma rosso è anche il coloro della protesta politica, del socialismo. Rosso è anche il colore dell’amore per un calcio e un club che ancora diverte e fa sognare. E i risultati sembra che stiano già arrivando: attraverso un comunicato stampa, il vice presidente Gernot Stenger ha detto che il club rivedrà le situazioni caso per caso (non poteva essere altrimenti). In particolare ha assicurato che allo stadio non ci saranno più streap tease.
La favola può continuare.
Testo tratto da Per Senza Soste, Massimo Finizio
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