Caro Fabio,
hai abdicato prima ancora di essere Re di Napoli. Per una scelta anche tua baratti la nobiltà e l'orgoglio di principe designato con un posto di operaio specializzato, certo lautamente retribuito, ma comunque sostituibile, e "cassintegrabile".
Operaio, specializzato, ben retribuito, ma anonimo e intercambiabile in una squadra i cui proprietari sono da sempre maestri nel "privatizzare" e dividersi gli utili - spesso maturati grazie ad "aiuti e contributi" dello Stato, in spregio al principio della libera concorrenza - e nel "socializzare" le perdite, chiedendo a quello stesso Stato che "contribuisce" alle sue fortune aziendali, di mantenere quegli operai "in esubero", messi irrimediabilmente alla porta quando la Fabbrica Torinese li ritiene antieconomici e li tratta né più né meno che come rottami (ma senza diritto a "incentivo" di sorta).
E allo stesso modo quanta parte di merito delle fortune della Vecchia Signora (vecchia e visibilmente decrepita, nonostante i lifting e i "botulini") è dovuta a "contributi" e "incentivi" che con la sana competizione sportiva hanno poco a che fare...
Forse ti sei spaventato perché il nostro Ciucciariello deve faticare e sfacchinare dieci volte di più per ottenere quello che la Zebra reclama da sempre per sé come prerogativa e diritto naturale.
Certa la scelta è tua... anche tua, non solo tua.
Chi ti cede, chi ti lascia andare senza nemmeno cercare di trattenerti, convicerti è colui che ormai ben conosciamo... un vacuo istrione figlio dei nostri tempi. Tempi, i nostri, di cui conosciamo i pochi pregi e i mille difetti... e forse il pregio che tutti sono capaci di vedere è solo uno: l'imprenditorialità, la capacità manageriale di far quadrare conti e bilanci, di sbancare il botteghino... foss'anche con "prodotti" e "produzioni" di dubbio gusto e di infima qualità, ma - come diceva il poeta - " è o' popolo c'o vvo".
Mi perdonerà l'eccellentissimo Presidente nostro, ma seppure lo capisco non riesco ad amarlo, forse come non l'hai mai amato neanche tu, caro Fabio. Il Presidente nostro, il grande innovatore ( di che? di cinema? lasciamo perdere, o di calcio? non ne parliamo proprio) è abilissimo a collezionare utili e plusvalenze, almeno quanto lo è a tessere narcisisticamente le proprie lodi. Ma come ogni uomo di affari, di "affari di cuore" ne capisce poco, o nulla a quanto pare... certo un buon cineasta di sogni se ne dovrebbe intendere. Un buon cineasta i sogni li crea, li produce e ce li sa trasmettere; ma l'eccellentissimo presidente nostro cineasta non è, tutt'al più è un cinematografaro che ad ogni Santo Natale ammorba questa turpe realtà con pellicole che ne sono lo specchio, e non già specchio fedele (come lo furono le pellicole neoraliste degli anni '50, così odiate dall'élites dell'epoca) bensì uno specchio deformato, in cui una società cafona e arrivista crede di intravedere figuri, "caratteri" e "macchiette"... e neanche riconosce la sua stessa volgarità.
Addio, caro Fabio.
Ce ne faremo una ragione... crescere, diventare adulti è imparare a sopportare e resistere al dolore, alla separazione, al lutto. E tutt'intorno a quell'animo bambino che ci spinge a privarci del necessario per concederci il superfluo (l'abbonamento, la curva, la tribuna Posillipo - se vado con mio figlio -, Sky e il digitale, la Pay per View e tutto il resto appresso...) molti di noi hanno sviluppato una scorza d'uomo fatto, che se ne farà una ragione, accetterà questo affronto al bambino che costudisce e per non sentire il pianto e lo strepito di quella povera innocente creatura che gli alberga dentro, continuerà a comprare 'a pazziella (lo schermo lcd, il decoder, l'abbonamento...). Certo, stamattina il bambino dentro me - e sono sicuro i milioni d'altri bambini che si nascondono sotto le nostre barbacce dure e malrasate - il giocattolo vorrebbe buttarlo a terra, scassarlo e farlo in mille pezzi... ma poi quello che mi sta davanti e che vedoi nello specchio mentro mi spalmo la crema da barba, mi fa "e che Napoli, ajeressera..." e la pazziella non la butto, me la tengo cara cara, ci bado, la curo e la proteggo anche da chi mi vuole rovinare la gioia di possederla...
Caro Aurelio, caro Fabio, cari signori tutti... il giocattolo ce lo vendete voi... ma a giocarci siamo noi, e il mio spasso non me lo faccio certo rovinare da voi.
Che dirti caro Fabio,
vorrei augurarti le migliori fortune... ma proprio non posso. E' vero sono adulto, ho sopportato una separazione da una donna con cui ho diviso 10 anni di vita, una figlia, un progetto fallito... e a lei ho augurato miglior fortuna ed ancora oggi stima e rispetto porto a questa donna.
Ma l'amore per la squadra, per la maglia, è l'amore capriccioso di un bambino, irrazionale, totale, quasi crudele... ma innocente. Tu vai a giocare in una squadra alla quale io non posso che augurare, calcisticamente e sportivamente parlando, tutto il male possibile e anche un po' di più - "so' criaturo, che ce vuo' fà?" - e per questo, e solo per questo, auguro a te di condividere le sorti di quell'odiata compagine.
Ciao Fabio, mi consola sapere che non esulterai, un domani al nostro cospetto... no, non per rispetto... è proprio che tu al Napoli, con quella maglia addosso non segnerai... e quand'anche il male che potevi farci l'hai fatto già, e io neanche sento più un poco di dolore.
Reja
Nessun commento:
Posta un commento