venerdì 3 maggio 2013

Diego Armando Maradona, 11 Tocchi





La quindicesima edizione del Napoli Comicon si è chiusa domenica al termine di quattro giorni che hanno visto arrivare alla Fiera d’Oltremare migliaia di visitatori che, tra le tantissime iniziative predisposte dagli organizzatori dell’evento, hanno potuto assistere ad una particolarissima mostra riservata ad una delle figure simbolo del recente passato della città di Napoli, Diego Armando Maradona. Il Pibe de Oro è stato, infatti, il protagonista di un’originale graphic novel, Diego Armando Maradona (Edizioni Becco Giallo), realizzata dall’artista e fumettista milanese, ma di origini napoletane, Paolo Castaldi. Il Comicon ha dedicato un’intera area a questo libro, riservandogli uno spazio particolare tra le mostre presenti. Diego Armando Maradona – 11 Tocchi nel fumetto è stato uno degli allestimenti più caratteristici di tutta la fiera. L’autore, che ha presenziato a tutte le giornate del Comicon incontrando appassionati e semplici curiosi, durante un incontro dedicato alla graphic novel su Maradona ha dichiarato: “Sono molto emozionato di aver portato il mio lavoro su Maradona proprio a Napoli, senza dubbio il posto più indicato. E’ un libro nato dal mio passato, ho origini partenopee anche se sono di Milano. Sentivo il bisogno di spiegare a chi non riesce a cogliere la profondità che si nasconde dietro un personaggio come Diego. Soprattutto a chi non è napoletano e non può capire cosa ha significato Diego“.

Castaldi narra la storia di Maradona dalle origini a Villa Fiorito alla nascita della Mano de Dios: “Non si tratta assolutamente di una biografia, ma di è un racconto, una storia divisa in 11 capitoli. 11 capitoli, come gli 11 tocchi del gol contro l’Inghilterra, che raccontano la figura di Diego come simbolo. E’ un libro di parte, che, volutamente, parla di alcune cose e non di altre“ La mostra riservata a Diego Armando Maradona è stata allestita in modo molto particolare, con le tavole di Castaldi esposte in una piccola riproduzione di un campo di calcio. Una scelta che ha trovato il consenso dell’autore: “All’inizio gli organizzatori erano dubbiosi sul proporre o meno una mostra cosi caratteristica, ma a me è piaciuta subito. Credo sia stato il modo migliore per realizzare un’allestimento dedicato a Diego. Fantasiosa, divertente, anche caotica, una similitudine con la vita di Diego a Napoli. E poi diciamo anche che una luce soft ed una musica tranquilla d’atmosfera non sarebbero state adatte ne a Diego ne tanto meno al libro“.

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